Intolleranza sui social, è allarme rosso: cresce l’odio verso donne, gay, disabili

Il linguaggio dell’odio è ormai una costante sui social media. E nel 2022, anno contrassegnato da instabilità e conflitti, le tensioni a livello sociale e politico non hanno fatto altro che acuirne la portata. Lo rivela la VII edizione della Mappa dell’Intolleranza 7.0 voluta da Vox Osservatorio Italiano sui Diritti, che fotografa il linguaggio via social. Al suo settimo anno di rilevazione, la mappatura consente l’estrazione e la geolocalizzazione dei tweet che contengono parole considerate sensibili e mira a identificare le zone dove l’intolleranza è maggiormente diffusa, diretta verso 6 gruppi: donne, persone omosessuali, migranti, persone con disabilità, ebrei e musulmani. Si tenta di rilevare il sentimento che anima le communities online, ritenute significative per la garanzia di anonimato che spesso offrono e per l’interattività che garantiscono.

Maggiore radicalizzazione dei discorsi d’odio 

L’analisi 2022, condotta fra il mese di gennaio e quello di ottobre, evidenzia una maggiore radicalizzazione dei discorsi d’odio. Fenomeno, questo, già registrato nella rilevazione dello scorso anno, ma quest’anno decisamente esploso. Ad oggi stiamo dunque assistendo a una verticalizzazione del fenomeno di odio online, per il quale la diffusività iniziale ha lasciato il posto a un modello di dinamiche sociali sempre più incisive e polarizzate. A un allargamento delle possibilità di scelta delle piattaforme social, corrisponde una selettività maggiore di messaggi di esclusione, intolleranza e discriminazione. In relazione a questi aspetti, risulta utile sottolineare il ruolo giocato dai mass media tradizionali nell’orientare e influenzare questa tipologia di comunicazione e narrativa. A questo proposito, si ritiene utile e necessaria una riflessione futura di più ampio respiro sulla consapevolezza di questo ruolo e delle sue implicazioni sociali.

Le categorie più colpite

Quali sono dunque le categorie più prese di mira? Le donne, le persone con disabilità, le persone omosessuali. Appare dunque evidente che una delle connotazioni dell’odio online rilevate dall’ultima Mappa è una forte concentrazione sui diritti della persona, sia essa donna, gay o disabile. A tal proposito, emerge sempre di più la necessità di educare all’uso dei social network e di ripensare le relazioni fra mass media, piattaforme e utenti, al fine di prevenire forme sempre più radicali di odio, che possono superare i confini della dimensione online. Tentando un confronto con l’anno precedente, nella rilevazione del 2021 (gennaio-ottobre) erano stati raccolti un totale di 797.326 tweet dei quali 550.277 negativi (il 69% circa vs. 31% positivi). Nella rilevazione del 2022 invece (periodo gennaio-ottobre), sono stati raccolti 629.151 tweet dei quali 583.067 negativi (il 93% circa vs. 7% positivi). Come già si evidenziava, sono stati rilevati meno tweet semanticamente centrati, ma il segno negativo è forte e predominante sul totale, segno evidente di una radicalizzazione del fenomeno. I cluster più colpiti: nel 2022 al primo posto svettano le donne (43,21%), seguite da persone con disabilità (33,95%), persone omosessuali (8,78%), migranti (7,33%), ebrei (6,58%) e islamici (0,15%). A fronte di un 2021, che vedeva una diversa distribuzione: donne (43,70%,), seguite da islamici (19,57%), persone con disabilità (16,43%), ebrei (7,60%), persone omosessuali (7,09%) e migranti (5,61%).