I regali di Natale non graditi? Subito in vendita su piattaforme di second hand

Mai come in questo periodo, è facile ritrovarsi a casa regali non graditi. Lo sanno bene gli italiani: in base a una ricerca condotta da Wallapop, quasi il 40% dei nostri connazionali non ama ricevere come regalo di Natale  oggetti di decorazione, pigiami e calze. Quindi dI fronte a tali doni indesiderati, circa il 25% degli italiani opterebbe per ri-incartare il cadeau e regalarlo a qualcun altro, mentre il 37% lo conserverebbe nonostante non ne faccia uso.

Ma c’è un’altra soluzione, preferita dal circa il 40% degli intervistati: mettere in vendita tali oggetti su piattaforme di second-hand come Wallapop. Questa strada è la più praticata tra gli adulti, ovvero coloro di età compresa tra i 25 e i 55 anni. 

Benefici per chi vende, acquista e pure per il Pianeta

Vendere su una piattaforma di second hand garantisce diversi vantaggi, non solo per chi vende ma anche per chi acquista, promuovendo un modello di consumo più responsabile.

Ad esempio, un regalo non gradito può essere il regalo perfetto per qualcun altro, e la vendita offre l’opportunità di acquistare autonomamente ciò che si desidera. Si promuove un’economia circolare virtuosa, con benefici anche per l’ambiente. Preferire piattaforme di second-hand contribuisce a un consumo più responsabile, allungando il ciclo di vita dei prodotti e riducendo il rischio di inutilizzo o smaltimento.

Boom di vendite nella terza settimana di gennaio 

La terza settimana di gennaio risulta essere il momento ideale per vendere doni poco apprezzati, con un aumento delle vendite del 28% rispetto al mese precedente. La vendita di oggetti quali occhiali da sole, profumi, lampade da tavolo e friggitrici ad aria è stata particolarmente significativa in questo periodo. La ricerca di Wallapop fa emergere anche altre evidenze.  Innanzitutto è stato calcolato che il guadagno potenziale può arrivare a toccare i 1.247 euro, una cifra niente male per chi vende.

Ancora, questo modus operandi contribuisce alla sostenibilità ambientale, prolungando la vita utile dei prodotti e riducendo gli sprechi. La ricerca ha infine rivelato che il 56% dei prodotti messi in vendita sulla piattaforma non avrebbe prolungato la propria vita utile in assenza di un canale di compravendita di second-hand.

I doni più apprezzati

“In questo periodo dell’anno, facciamo e riceviamo un gran numero di regali: dalla ricerca condotta in collaborazione con mUp sembra che i doni second-hand più apprezzati siano i libri (50%), seguiti da piccoli elettrodomestici (27%) e smartphone (22%)” commenta Chiara Mazza, Senior PR Specialist Italy di Wallapop.

Classifica qualità della vita: Milano vince per il lavoro, Monza e Brianza per la ricchezza

È la prima volta che la provincia di Udine conquista il podio tra i territori più vivibili, ed entra nella storia della classifica che misura il benessere della popolazione italiana: Udine è la città italiana dove si vive meglio. All’estremo opposto, c’è Foggia, che dopo dodici anni veste nuovamente la maglia nera e si piazza al 107° posto.

Nella 34esima edizione dell’indagine sulla Qualità della vita del Sole 24 Ore, Roma perde quattro posizioni e scende al 35° posto, mentre sono confermati il 2° e il 3° posto, rispettivamente, di Bologna, vincitrice della scorsa edizione e ancora in testa nella categoria Demografia, salute e società, e di Trento, prima nell’Indice della sportività ed Ecosistema Urbano 2023.
Trieste e Bolzano sono fuori dalla Top 10.

Milano al top Affari e lavoro, Monza e Brianza per i consumi

Sotto il podio, la provincia di Aosta (4°), mentre Bergamo, quest’anno capitale della cultura insieme a Brescia, sale al 5° e conquista il primato per Ambiente e servizi.

Firenze, dopo aver occupato il podio nel 2022, quest’anno è 6a, e Modena, 7a.
Si conferma nella Top 10 anche Milano (8°), stabile rispetto al 2022 e prima nella categoria Affari e lavoro, mentre Monza e Brianza conquista 14 posizioni (9°) e il primato nella categoria Ricchezza e consumi.

A chiudere la Top 10, Verona, che l’aveva presidiata nel 2020 e nel 2021.
Si notano le assenze di Trieste e Bolzano, scese rispettivamente in 12a e 13a posizione.

Napoli perde 7 posizioni, Venezia 12 e Genova 20

Anche in questa edizione si concentra nel Mezzogiorno la seconda metà della graduatoria, con l’unica eccezione di Cagliari al 23° posto.
Non mancano però le novità. Se tra le ultime cinque classificate arrivano anche Siracusa (104°, -14 posizioni) e Napoli (105°, – 7 posizioni) restano sostanzialmente immobili le altre grandi aree metropolitane, quasi incapaci di ripartire dopo la pressione generata da emergenze e shock economici.

Mentre Bologna, Milano e Firenze cercano di non perdere di vista la Top 10 e i loro primati, Venezia è 34a (-12), Torino 36°, e Genova 47a, in calo di 20 posizioni.
È un’edizione, quella di quest’anno, che dà ampio spazio alle disuguaglianze sul territorio. Come riferisce AGI, pandemia, emergenze climatiche, contesto internazionale aggravato dalle guerre, shock energetico e inflazione hanno esacerbato la distanza tra le città più vivibili e quelle meno.

Indicatori aggiornati per stare al passo con i cambiamenti sociali

I 90 indicatori statistici alla base dell’indagine, di cui 46 aggiornati al 2022 e 36 al 2023, presentano alcune novità, inserite per stare al passo con i cambiamenti sociali. Ad esempio, l’indice dei progetti finanziati dal PNRR, l’indice della solitudine, le farmacie, famiglie con Isee sotto 7mila euro, gender pay gap, consumo di farmaci contro l’obesità, lavoratori domestici e aumento delle temperature.

Dieci poi gli indici sintetici che aggregano più parametri, da Qualità della vita di giovani, bambini e anziani a Qualità della vita delle donne, da Ecosistema urbano a Indice della criminalità, Indice di sportività, Indice del clima fino all’ICity Rank sulle città digitali, composto da Amministrazioni digitali e Città aperte.

RC auto e moto, truffati oltre 2 milioni di italiani 

In soli 12 mesi, oltre 2,3 milioni di italiani hanno subito truffe o tentativi nel settore assicurativo per le auto o moto, registrando un aumento del 300% rispetto all’anno precedente. L’indagine commissionata da Facile.it a mUp Research e Norstat ha rivelato questi dati allarmanti, che ammontano  un danno stimato di quasi 700 milioni di euro.
Andrea Ghizzoni, Mangani Director Insurance di Facile.it, ha attribuito questo deciso incremento alle tariffe in aumento per le polizze. I costi sempre maggiori della assicurazioni, infatti, avrebbero spinto gli automobilisti a cercare risparmi, a volte tramite metodi non sicuri.

I prezzi per la moto aumentati del 41,4%, quelli dell’auto del 31,5% 

Il premio medio pagato in Italia per assicurare un veicolo a quattro ruote è cresciuto del 31,5%, raggiungendo i 610,87 euro, mentre per le due ruote è salito del 41,4%, arrivando a 572,97 euro.
Ghizzoni sottolinea che i truffatori sfruttano la volontà di risparmio degli italiani, ma invita a adottare accorgimenti per evitare frodi e beneficiare dei risparmi offerti da vari canali assicurativi.

Il danno medio per ogni truffato è di 287 euro

Nel contesto delle truffe Rc auto o moto, si evidenzia che il danno medio per ciascuna vittima è di circa 287 euro. Il web è risultato essere uno dei canali più utilizzati, con il 42% delle truffe o tentativi di truffa che hanno avuto inizio con una falsa email che rimanda a siti clone.
Altri mezzi comuni includono finto call center (23%), SMS (21%), porta a porta (20%), social network (9%) e App di messaggistica istantanea (8%).

Il 48% non denuncia la frode

L’indagine ha identificato che la categoria di età più colpita è tra i 25 e i 34 anni, con il 9,1% delle vittime, superando la media nazionale del 5,6%. Geograficamente, il Sud e le Isole hanno registrato il maggior numero di truffe (6,8%), seguiti dal Centro Italia (5,9%). I laureati sono risultati più vulnerabili, con il 7,8% delle vittime.

Preoccupante è il fatto che quasi la metà delle vittime (48%) decide di non denunciare la frode, un aumento rispetto all’anno precedente. Tra coloro che non denunciano, il 31,3% evita la segnalazione per paura che familiari o conoscenti lo sappiano, mentre il 27,1% si sente ingenuo. Solo il 16,7% decide di non denunciare perché ritiene di non poter recuperare le perdite.

Aprire un negozio vintage: come arredarlo?

Aprire un negozio vintage è un’idea imprenditoriale sempre più in voga. I prodotti vintage sono infatti sempre più ricercati dai consumatori, che apprezzano il loro stile unico e la loro storia.

Se stai pensando di aprire un negozio vintage, uno degli aspetti più importanti da considerare è certamente l’arredamento. L’arredamento del tuo negozio è infatti il vero biglietto da visita per i tuoi clienti, e può aiutarti a creare l’atmosfera giusta per il tuo business.

Noi abbiamo pensato per questo di fornirti alcune idee utili e creative al riguardo, ma prima cerchiamo di capire perché la gente ama il vintage e cosa spinge le persone ad acquistare oggetti di un’epoca lontana.

Perché la gente ama il vintage?

La gente ama il vintage per una serie di motivi. Innanzitutto, gli oggetti vintage sono unici e originali. Sono prodotti che non si trovano più in commercio, e che hanno una storia da raccontare.

In secondo luogo, gli oggetti vintage sono spesso di alta qualità. Sono realizzati con materiali e tecniche che oggi non esistono più, e sono quindi più duraturi e resistenti.

Inoltre, gli oggetti vintage possono essere un modo per esprimere la propria personalità e il proprio stile.

Cosa spinge le persone ad acquistare oggetti di un’epoca lontana?

Le persone che acquistano oggetti vintage sono motivate da una serie di fattori. Alcuni sono alla ricerca di un oggetto che possa raccontare una storia. Altri sono alla ricerca di un oggetto di alta qualità, che duri nel tempo. Altri ancora sono alla ricerca di qualcosa che ricordi la gioventù o i bei tempi che furono.

Qualsiasi cosa spinga le persone ad acquistare oggetti vintage, tu fai bene a fare in modo da non deludere le loro aspettative e creare un’atmosfera che ricordi i tempi passati. Ecco di seguito alcuni consigli in merito.

Crea un’atmosfera accogliente

L’obiettivo principale dell’arredamento di un negozio vintage è quello di creare un’atmosfera che soddisfi quel desiderio di “viaggio nel tempo”. I clienti devono sentirsi a proprio agio nel tuo negozio, e devono percepire quell’atmosfera di nostalgia mista a voglia di scoprire i tuoi prodotti.

Per creare un’atmosfera accogliente, puoi ricorrere a mobili e accessori vintage e arredare così a tema ogni ambiente. I mobili vintage donano infatti al tuo negozio un tocco di personalità e di autenticità. Puoi anche utilizzare luci soffuse e tessuti naturali per creare un ambiente ancora più caldo e confortevole.

Evidenzia i tuoi prodotti

L’obiettivo dell’arredamento del tuo negozio è anche quello di evidenziare per bene i tuoi prodotti. I clienti devono essere in grado di vedere facilmente la merce esposta e di apprezzarne la bellezza.

Per evidenziare i tuoi prodotti al meglio, puoi utilizzare scaffali e vetrine retroilluminate. Puoi anche ricorrere ad un layout del negozio che permetta ai clienti di vedere facilmente tutti i tuoi prodotti.

Utilizza le insegne vintage

Le insegne vintage sono un modo perfetto per dare al tuo negozio un tocco di stile e di originalità, oltre che il fascino del passato. Le insegne vintage sono disponibili in una grande varietà di stili e colori, e possono essere personalizzate come preferisci per adattarsi al tuo negozio.

Questo può essere davvero un ottimo modo per attirare l’attenzione dei passanti e promuovere il tuo negozio.

Crea un’atmosfera magica

I clienti devono sentirsi come se stessero esplorando un tesoro quando varcano la soglia del tuo negozio. L’arredamento dovrebbe dunque incoraggiare i clienti a curiosare e a scoprire i tuoi prodotti.

Per creare un’atmosfera particolare, puoi giocare non solo con gi arredi ma anche con le luci e le decorazioni. Puoi pensare anche di nascondere alcuni dei tuoi prodotti in modo da invogliare i clienti a cercarli.

Prospettive finali

L’arredamento di un negozio vintage è un aspetto davvero importante da considerare se stai pensando di aprire un negozio di questo tipo.

Fai bene per questo a scegliere l’arredamento giusto e creare un’atmosfera accogliente, riuscendo così ad evidenziare i tuoi prodotti.

Non dimenticare però la cosa più importante: chi varca la soglia di un negozio vintage vuole sognare, tornare indietro nel tempo. Fai in modo che ognuno possa sentirsi nel periodo più bello della propria vita ed il tuo negozio sarà già un successo!

A Natale sono oltre 35mila le opportunità di lavoro offerte dalle agenzie

Sono oltre 35mila le opportunità offerte dalle agenzie per il lavoro nel bimestre novembre-dicembre 2023 su tutto il territorio nazionale.
Addetti alle vendite, promoter, visual merchandiser, magazzinieri, autisti e rider. E poi ancora aiuti cuoco, camerieri, decoratori e animatori per eventi di Natale, sono alcune tra le 30 figure professionali più ricercate in vista delle festività 2023.

È quanto emerge da una rilevazione effettuata da Assolavoro Datalab, l’Osservatorio dell’Associazione Nazionale delle Agenzie per il Lavoro, su dati interni al settore e su fonti terze qualificate, come Excelsior, Linkedin, Trovit, Indeed.

Cercasi commessi, anche digitali, e addetti alla preparazione ordini, anche e-commerce

Assolavoro Datalab suddivide le 30 figure professionali in 3 categorie, le 10 professioni nella vendita e nei servizi collegati, le 10 professioni nel settore della gestione ordini, logistica e trasporti, e le 10 professioni relative ad allestimento, realizzazione eventi, attività ricettive e ristorazione.

Nella vendita e nei servizi collegati, in particolare, si rileva un elevato livello di richieste di commessi, anche digitali, di promoter, banconisti, scaffalisti e addetti al back office dei reparti. Mentre il settore della gestione degli ordini, logistica e trasporti, offre numerose opportunità soprattutto per addetti alla preparazione ordini, anche per e-commerce, addetti al picking, mulettisti, corrieri e fattorini.  

Boom di richieste dalle attività ricettive e ristorazione

In vista del picco per le vacanze invernali si registra poi un boom di richieste anche per le professioni legate alle attività ricettive e alla ristorazione, quali barman, addetti alla caffetteria, e addetti di cucina.

Tra i profili richiesti nel periodo natalizio vi sono poi anche figure tecniche e artistiche specializzate in allestimenti, tra le quali decoratori, addetti alle luminarie e montatori di casette di Natale e stand.
Centri commerciali, catene di negozi e anche i singoli punti vendita ricercano poi personale che possa intrattenere grandi e bambini animando l’atmosfera natalizia con l’interpretazione del ruolo di Babbo Natale e di altri figuranti natalizi.

Offresi contratti di lavoro in somministrazione e a tempo determinato

Solitamente sono posizioni per le quali si richiede disponibilità a lavorare su turni e nei giorni festivi, flessibilità negli orari, e buona conoscenza di almeno una lingua straniera.
Si tratta per lo più di contratti di lavoro in somministrazione, ovvero con le tutele e la retribuzione tipica del lavoro dipendente e, per quelli a tempo determinato, con occasioni doppie di reimpiego allo scadere del rapporto di lavoro.

Transazione ecologica, benefici economici superiori ai costi

La transizione verso un’economia verde, decarbonizzata, circolare e rigenerativa rappresenta un’opportunità di sviluppo, innovazione ed occupazione in grado di generare benefici economici superiori ai costi. Secondo una recente indagine condotta in occasione della 12ª edizione degli Stati Generali della Green Economy, questa transizione offre vantaggi economici notevoli.

La decarbonizzazione dell’economia italiana porta un risparmio di 6,6 miliardi di euro all’anno

La decarbonizzazione dell’economia italiana, che comporta un costo annuale di 14,7 miliardi di euro nel periodo 2020-2030, porta con sé un risparmio diretto di 6,6 miliardi di euro all’anno. Inoltre, il settore della decarbonizzazione genera un indotto che assicura entrate aggiuntive per lo Stato pari a 53 miliardi di euro all’anno, un valore molto superiore agli investimenti necessari.
Investire nelle energie rinnovabili, con l’obiettivo di raggiungere una capacità di 123 GW entro il 2030, creerebbe 430.000 nuovi posti di lavoro. La promozione della circolarità nei rifiuti porterebbe all’occupazione di 97.000 persone, e un investimento di 261 milioni di euro nel ripristino degli ecosistemi genererebbe un valore aggiunto dieci volte superiore.

Gli obiettivi europei

La piena attuazione degli obiettivi europei di decarbonizzazione al 2030 comporterebbe un risparmio complessivo di costi energetici ed emissioni di circa 66 miliardi di euro, con un impatto positivo sulle attività economiche e sul bilancio dello Stato. Le entrate previste includono imposte dirette e indirette, contributi sociali e altre voci, per un totale di 529,5 miliardi di euro accumulati entro il 2030.
Questi vantaggi deriverebbero da un investimento aggiuntivo di 147 miliardi di euro.

Meno consumo di materiali, di suolo, di verde

La circolarità economica, se pienamente attuata, ridurrebbe il consumo complessivo di materiali del 14,5% entro il 2030 rispetto al 2020, diminuendo la quantità di rifiuti prodotti del 17 milioni di tonnellate entro il 2030 e aumentando la quantità di rifiuti sottoposti a riciclo del 18% entro il 2030, portando il tasso di riciclo al 89,8% nel 2030.

Infine, un’economia rigenerativa implica il ripristino del capitale naturale danneggiato. L’erosione del suolo, la trasformazione della copertura del suolo e la perdita di vegetazione naturale hanno comportato perdite economiche significative. Il ripristino degli ecosistemi in Italia porterebbe benefici di circa 2,4 miliardi di euro, con costi di intervento per il risanamento e la tutela stimati in 261 milioni di euro.

Mobilità: se sostenibile muove l’innovazione delle città 

Generare nuove opportunità di business e favorire la circolazione di nuove idee e soluzioni innovative: è l’obiettivo di MCE 4×4 – Incroci e Transizioni, la rassegna promossa da Assolombarda e da Camera di commercio di Milano. Monza Brianza Lodi.
Giunta alla sua ottava edizione, l’iniziativa ha offerto alle imprese del settore mobilità una piattaforma di incontro e di confronto con le aziende ‘mature’.

La mobilità è un comparto in forte crescita, anche grazie alle soluzioni sostenibili proposte dalle imprese, e il 5,7% delle start-up innovative italiane, pari a 836 imprese, è attivo proprio nei settori legati alla mobilità.
È quanto emerge dal rapporto ‘Le start-up innovative in ambito mobilità’, l’analisi curata dal Centro Studi di Assolombarda presentata a Milano durante MCE 4×4.

Neo 2021 generati 140,6 milioni di euro

Le start-up legate alla mobilità sostenibile operano soprattutto nei settori automotive, servizi di delivery, logistica, mobilità elettrica e micro mobilità.

Tali start-up si distinguono dalle realtà che operano su altri mercati per due fattori significativi: un numero maggiore di brevetti depositati e software registrati (+3,8% rispetto al resto delle start-up), e una più spiccata prevalenza giovanile (+3,9%) tra gli amministratori e soci. 
Non solo. Nel 2021 hanno generato 140,6 milioni di euro di valore della produzione e 28,6 milioni di euro di valore aggiunto, occupando più di 1.300 dipendenti.

Il 27% delle start-up è in Lombardia

In termini di distribuzione territoriale, il 35% delle start-up della mobilità si concentra nel Nord-Ovest. In particolare, quasi il 27% è localizzato in Lombardia.

Inoltre, più della metà delle start-up ha sede in città metropolitane, di cui il 18% in quella di Milano.
Anche il valore totale della produzione è concentrato per oltre un terzo nel Nord-Ovest, in particolare, sempre in Lombardia (28%).

Mettere al centro un minore impatto sull’ambiente

“Il trasporto è responsabile per circa il 28% delle emissioni di gas serra e, dunque, rappresenta uno dei fattori più significativi su cui agire immediatamente – dichiara Gioia Ghezzi, vicepresidente Assolombarda con delega a Infrastrutture, Mobilità e Smart City -. Per questa ragione, anche in considerazione degli impegni assunti a livello internazionale in tema di sostenibilità, occorre mettere al centro un nuovo tipo di mobilità capace di esaltare soluzioni innovative con un impatto minore sull’ambiente”.

Inoltre, la Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi ha individuato un segmento specifico di mobilità sostenibile, quello della bike economy. “Un ambito pilota di valorizzazione del territorio e delle filiere collegate al settore”, aggiunge Alvise Biffi, consigliere Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi.

Customer Experience: ancora poche aziende sono mature

In Italia circa un terzo di grandi aziende e Pmi operanti nel B2b afferma di adottare un approccio ‘cliente-centrico’, ma in realtà solo una piccola percentuale ha realizzato una completa trasformazione in questo senso.
Solo l’8% delle aziende ha infatti un approccio ‘maturo’, che sfrutta appieno i vantaggi di una relazione personalizzata e collaborativa con i clienti.

In un contesto internazionale caratterizzato da prezzi delle materie prime e pressione fiscale in aumento, la gestione efficace della customer experience in ambito B2b potrebbe invece essere la strada giusta per battere la concorrenza.
Emerge da una ricerca dell’Osservatorio Customer Experience nel B2b della School of Management del Politecnico di Milano.

Le filiere più promettenti

Se il 14% delle aziende può essere definito ‘promettente’ tra le filiere all’avanguardia si distinguono quella Finanziaria e del Terziario Avanzato. Considerando però la totalità delle aziende quasi la metà si trova ancora in fase embrionale rispetto a questa trasformazione. Il 26% è ‘immaturo’, non dispone né di una visione chiara né di strumenti organizzativi e tecnologici adeguati, e il 23% sta compiendo i primi passi grazie all’adozione di alcune attività preliminari.

La filiera agroalimentare si muove invece a due velocità. Da un lato mantiene un approccio tradizionale e fisico con clienti e intermediari commerciali, posizionandosi nel 32% dei casi nel cluster ‘immature’, dall’altro il 19% si trova nel cluster ‘promettenti’.

Un modello cliente-centrico richiede dotazione tecnologica

Per un modello ‘cliente centrico’ serve un’opportuna dotazione tecnologica di piattaforme e strumenti in grado di valorizzare gli scambi informativi. Le imprese B2b mostrano però ancora immaturità nella raccolta e nell’integrazione di queste informazioni.
Nessuna azienda è pienamente matura dal punto di vista dell’infrastruttura tecnologica, e per più della metà questa non è adeguata a una prospettiva cliente-centrica.

Strumenti come il CRM sono presenti solo nel 34% delle imprese, e manca una capacità avanzata di analisi dei dati. Quasi un terzo delle aziende non effettua alcun tipo di analisi dei dati sui clienti, e il 57% si limita ad analisi di tipo descrittivo.
Il 52%, poi, utilizza esclusivamente tool di base, come Excel, che non permettono una condivisione efficace e tempestiva delle informazioni.

Manca una funzione organizzativa ad hoc

“Una strategia che sia orientata al cliente richiede prima di tutto un’organizzazione ad hoc, che coinvolga tutti gli attori e i processi nella relazione, con iniziative o strumenti declinati per ciascuna realtà – commenta Paola Olivares, Direttrice dell’Osservatorio Customer Experience nel B2b – eppure, nel 69% delle aziende manca una funzione responsabile dei progetti di customer experience, e quando esiste, raramente riporta all’Amministratore Delegato. Solo il 17% delle aziende valuta positivamente la collaborazione tra le funzioni aziendali. Parallelamente occorre stabilire una relazione collaborativa con il cliente, basata su un dialogo costante e sul supporto reciproco, ma solo il 24% delle aziende si riconosce in questo approccio”.

Certificazione energetica: online l’ultima versione del software dell’ENEA

Sul portale ENEA è possibile scaricare gratuitamente la nuova versione di DOCET, il software semplificato per la certificazione energetica degli edifici residenziali. L’applicativo, destinato agli addetti del settore edilizio, è realizzato da ENEA in collaborazione con Cnr – Istituto per le Tecnologie della Costruzione, ed è utilizzabile per immobili con superficie fino a 200 metri quadri non soggetti a ristrutturazioni importanti. DOCET certifica la prestazione e la classe energetica di un immobile, consentendo la redazione dell’attestato di prestazione energetica (APE). Inoltre, indica gli interventi migliorativi economicamente più convenienti.

Inseriti aggiornamenti prezzi e possibilità di personalizzare le descrizioni

La precedente versione di DOCET è stata utilizzata da oltre 300 mila utenti.
L’ultima versione mantiene le caratteristiche originarie dell’applicativo, che continua ad avvalersi di un metodo semplificato per eseguire valutazioni standard degli edifici con condizioni climatiche e comportamento dell’utenza standard. 
Tra le novità della nuova versione del software vi è la possibilità di personalizzare ulteriormente la descrizione dell’immobile. Ad esempio, tramite la richiesta di input aggiuntivi per migliorare la caratterizzazione delle ‘superfici trasparenti’ per il calcolo degli apporti solari.
Inoltre, nella nuova release sono stati aggiornati i costi unitari dei combustibili. “Data la variabilità dei prezzi energetici, si raccomanda in ogni caso un’attenta verifica da parte del tecnico certificatore”, spiega Carlo Romeo del Laboratorio ENEA di Efficienza energetica negli edifici e sviluppo urbano.

Riqualificazione impianti: un alert avvisa quando non conviene

Ulteriore elemento di novità è costituito da un alert che invita a modificare l’intervento di riqualificazione ipotizzato quando economicamente non conveniente. Il messaggio di avvertimento viene segnalato quando le azioni proposte, sia sull’involucro edilizio sia sui sistemi impiantistici, evidenzino tempi di ritorno non congrui.
“Ad esempio, quando c’è un rientro dell’investimento superiore alla vita utile degli elementi sostituiti”, spiega il ricercatore.
Il calcolo della prestazione energetica del sistema edificio-impianti viene effettuato nel pieno rispetto della legislazione energetica nazionale e delle norme tecniche di supporto.
Il suo utilizzo è rivolto a utenti con specifica preparazione, in grado di gestire correttamente le fasi di reperimento e inserimento dati, sia in caso di opzioni predeterminate dal software sia di inserimento manuale.

Disponibile il download del manuale utenti

La nuova versione DOCET consente di generare ed esportare un file di interscambio necessario a trasferire gli APE ai sistemi informativi regionali, che a loro volta alimentano il SIAPE, il Sistema Informativo nazionale sugli Attestati di Prestazione Energetica, gestito da ENEA.
La nuova versione, riporta Italpress, è stata sviluppata in occasione del superamento della Procedura di Verifica di Sorveglianza Periodica prevista per gli strumenti di calcolo e software commerciali, ai fini del rilascio della dichiarazione da parte del Comitato Termotecnico italiano (CTI). Le verifiche effettuate rispondono ai requisiti minimi di legge previsti per la specifica categoria di interventi. Per maggiori informazioni su applicabilità, specifiche tecniche, metodologie di calcolo e compilazione del software, un manuale utente è disponibile in download insieme all’ultima versione del software.

In Italia 1 impresa su 4 è donna

In Italia, quasi una impresa su quattro (22,2%) è gestita da donne, il che rappresenta un esercito di oltre 1,3 milioni di aziende femminili che stanno portando innovazioni nell’economia del paese. Questi dati emergono da un’analisi della Coldiretti basata su dati Unioncamere, diffusa in occasione dell’Assemblea di Coldiretti Donne Impresa a Roma. La maggior parte delle imprese femminili opera nel settore del commercio, con 340.000 unità (pari al 25% del totale). Al secondo posto c’è l’agricoltura, con 203.000 donne imprenditrici (15% del totale), seguita dai servizi di alloggio e ristorazione, con 134.000 imprese (10% del totale). Questi dati confermano che il settore alimentare, in tutte le sue forme, è uno dei più popolari tra le imprese femminili.

Resiste il divario di genere

Nonostante i progressi, esiste ancora un significativo divario di genere, come evidenziato dall’ultimo censimento Istat. Tuttavia, la percentuale di aziende agricole condotte da donne è aumentata costantemente nel corso dei decenni, raggiungendo il 31,5% delle aziende agricole totali.

Il fascino di tornare alla campagna

Il fascino della campagna sembra essere in crescita tra le donne, che vedono l’agricoltura come un settore in grado di offrire opportunità occupazionali e di crescita professionale. La presenza delle donne in agricoltura sta rivoluzionando il lavoro nei campi, spaziando dall’allevamento alla coltivazione, dalla trasformazione dei prodotti alla vendita diretta. Inoltre, le attività sociali, come le fattorie didattiche e gli agriasili, stanno diventando un importante motore per l’inclusione nel mondo del lavoro delle donne meno fortunate, spesso vittime di violenze e abusi.

Il 25% delle imprenditrici agricole ha una laurea

Le imprenditrici agricole sono spesso giovani e altamente qualificate, con il 25% di loro laureate. Molte di loro provengono da percorsi di studio o esperienze in settori diversi prima di scegliere l’agricoltura. Oltre il 50% delle donne impegnate in agricoltura svolge più di una attività connessa alla produzione primaria, come la vendita diretta, l’agriturismo e la trasformazione dei prodotti.

Le donne più attente alla sostenibilità e al biologico

Molte di queste donne hanno scelto di dedicare parte della loro produzione all’agricoltura biologica o biodinamica e stanno lavorando per una filiera di qualità orientata alla sostenibilità, alla tutela della biodiversità, del paesaggio e del benessere animale. Le donne imprenditrici in agricoltura svolgono un ruolo fondamentale nel preservare e valorizzare le aree rurali, creando legami profondi con il territorio.